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asprezza ne aveste netta netta la verità, vorreste ad essa preferire le mozze parole, accompagnate da inchini e da mille giravolte della persona, che vi lasciano sempre perplessi se quello che avete udito sia tale o tal altro? Forse vorreste anteporre la compagnia di chi ad ogni vostra opinione e ad ogni vostro fatto abbassa la testa, e non dà mai segno di disapprovazione, per poi sfoderare tutte le belle e buone ragioni che aver potrebbe in contrario a quanto avete fatto o pensato subito che vi sia avvenuto di girar canto; vorreste dico antepor questa alla compagnia di chi sa a tempo e luogo buttarvi, se occorre, un bel no sulla faccia, ma dietro via le spalle tenere le vostre parti, affinchè dopo il danno non ve ne seguano anche le beffe? Io lo conobbi un giovanotto (ora egli mi è lontano di molto paese) di cui certamente non potevasi lodare la scorrevolezza e mellifluità del discorso; ma quanti aggetti non dava egli in ricambio all’amicizia per tenersi afferrata, senza timore di rimanerne respinta da qual si sia scossa!

Capisco benissimo che, data la condizione in cui ci siamo posti di ballerini e di cantanti, ogni menomo passo dato fuori di tempo, ogni poco di nota allungata oltre il termine della battuta, è stonatura, è interrompimento della danza; ma badate bene se la ridda che menate sia bella, se la musica a cui vi legate sia di buon maestro. E in generale non vi pensate che vi abbia ad es-