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Oltre le differenze finora avvertite fra uomo ed uomo circa quelli cui abbiamo dato il nome di aggetti, molto conferiscono i tempi e i costumi a cagionare certi generali sporgimenti che diversificano altra da altra nazione. Ci sono aggetti proprii di tutto un popolo, a quella guisa che ve ne hanno proprii di una sola famiglia e di un solo individuo. In questo proposito l’età moderne sono differenti assai dalle antiche, e pochi individui producono che scappino fuori dell’universale, essendo che la più parte camminano col passo delle letane, come scrisse il poeta. Vi sovvenite di que’ fantocci che, incastrati in certi bastoncelli, detti anche scalette, vanno su e giù, secondo si fanno muovere que’ bastoncelli? Non altrimenti è di noi; la moda, o altro che sia, dà l’impulso, e noi, povere macchinette, giriamo a dritta o a sinistra, e il passo del primo è quello pur anco di tutta la schiera.

A questa spiacevole uniformità si dà il nome di gentilezza e di bel costume, ed è più propriamente una cotale vernice distesa su quegli aggetti che avevamo sortito nascendo, e per la quale nou c’è più alcuna diversità fra que’ naturali che sono tutti lisci, e quelli che hanno alcun che di sportante. Non vedete come al raccontare di alcuno de’nostri vecchi spalanchiamo un tanto d’occhi, e, se dobbiamo confessare la verità, non ci è possibile di non rimanere colpili da una specie di rispettosa maraviglia, qua-