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della neve in maggiore abbondanza si getta alle spalle una sciatta stiavina, che meglio direbbesi stuoia, a coprire un bamboccio che gli miagola sotto pietosamente come fosse un gattino. E da costui v’ha chi compera non una polizza di lotteria, o qualche empiastro di cerretano, come parrebbe dovesse farsi da un tale che ha sembianza e riputazione e soprannome di matto, ma niente meno che libri d’ogni dottrina e d’ogni gusto, a cominciare da un trattato di metafisica giù sino agli apologhi di Francesco Gritti. Ho conosciuto un tale, e prego lunghissima vita e costanza di buon umore a quel tale, cui seccavano i clienti che affollatissimi si presentavano alla porta del suo studio di avvocatura (nella qual professione per acume e onestà avea pochi pari) e sbrigavasene, allegando di aver tutte l’orc contrassegnate nel portafogli, indovinate perchè? per potersi a tutto bell’agio fiaccare sotto cocentissimi soli a dissodare il terreno di uu orticello che avea preso a pigione da lato la casa. E chi avessegli detto di scegliere tra un cavolo prosperoso nelle sue aiuole e una lite dichiaratagli vinta dal tribunale, avrebbe senza più preferito il cavolo alla vittoria. Cosi va a questo mondo! E, per certo rispetto, non c’è più trita, e diremo anche più ingiusta, opinione di quella che tuttodi si vocifera, e da tutti, e in tutti i luoghi: nessuno essere assestato convenientemente a questo mondo.