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al riso, non sia poi quel tanto gran diffetto che potrebbe a prima giunta sembrare. E difetto, quando pure sia tale, che procede da ciò che vi ha di più naturale all’indole femminile, e dal quale possiamo forse con maggiore facilità guarentirsi, che dalla micidiale cupezza di certe altre anime che sanno mettere a crudelissima usura le proprie lagrime.

V.

LE VOCAZIONI.

Tutti l’hanno la propria vocazione, e quando le circostanze sembrano ritardarla, la irritano invece e la secondano maggiormente. Pochi o nessuno saprebbero indovinarla a principio. Non voglio parlare di persone o di fatti la cui solennità solleverebbe la modesta mia prosa didascalica alla pompa del fraseggiamento oratorio: mi contento di additarvi fatti e persone che ci cadono sotto gli occhi ad ogni ora. Ecco due giovanotti che, scambiato il mestiere colle modiste e colle crestaie, vanno su e giù per la strada, con dietro via chi porta loro il cofano, la cesta, od altro invoglio, con entro il cappellino, la cuffia, la pellegrina, od altro tale arnese della femminile galanteria, cui si affrettano di recare alle amabili committeuti. Vedete per altra parte un pezzente, su cui uon possono le stagioni, se non in quanto al fioccar