e più augusto che sia in nostro arbitrio di consultare. Che altro è quivi detto della donna, se non esser dessa un aiuto indispensabile all’uomo, a cessargli le angoscie della solitudine? Se questo meglio si faccia da chi sia naturalmente inclinato all’allegria, e da chi abbia per dose soprabbondante nella composizione del proprio essere la serietà, lasciamo a chicchessia il giudicare. Non è per altro da stimare punto men nobile la destinazione della donna perchè inclinata piuttosto che alla serietà all’allegrezza. È nobile, qualunque ella siasi, la propria destinazione, quando regga in accordo colla restante armonia di questo bello e grandioso universo. Addolcire le pene dell’esilio, richiamare il sorriso la donde sembrava per sempre bandito, iuterrompere il necessario raccoglimento colla distrazione non meno necessaria, ed altro di simil genere, che sarebbe troppo lungo il riferire puntualmente, sono ufficii che il sesso gentile se ne abbia da vergognare, o non piuttosto da inorgoglire quando siano adempiuti secondo dovere? Oltre all’avere premesso che da questo nostro discorso vengono esclusi i casi particolari, ne’quali si fa nelle donne ragionevole la serietà, è duopo soggiungere che per allegrezza non vuolsi già intendere quell’immoderato abbandono di tutte le potenze cogitative, il quale è confine alla pazzia di tal guisa da poter essere scambiato per essa assai facilmente. Nè manco alle donne è