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chie intelligenti l’universo, considerato nel suo tutto. E posto ancora che voglia ristringersi il discorso a coloro semplicemente che s’incamminarono per la via loro propria, non rimangono le stesse difficoltà a sormontare? Pigliamo esempio dagli uomini famosi. Quando hanno essi agio a mostrarsi nelle loro naturali sembianze? Chi è a lato d’un generale, quando la vigilia della battaglia considera seco stesso i punti a sè favorevoli e sfavorevoli della futura giornata? Chi può misurare che cosa costi ad un potente quello che sembrerà forse atto di eccessivo rigore? Abbiamo un bel voler giudicare gli uomini meglio dalle loro intenzioni, che dall’evento: l’infermità della nostra natura ci rispinge sempre nella limitata sfera dei fatti. Per sentenziare di un popolo ci conviene ricorrere all’individuo, per giudicare dell’individuo dobbiamo esaminarlo in qualcheduna delle sue azioni.

Piena di profonda verità è la malinconica idea con cui Tommaso Gray si fa a cercare sotto le zolle del cimitero campestre il Cromvello ed il Milton, cui mancarono le opportunità a soqquadrare lo stato, e a rapire gli animi nell’incanto di una immortale poesia. Un rozzo uomo della villa, addossato ai pilastri che fiancheggiano l’entrata del sagrato, mentre il sole prossimo a tramontare colora di una luce vermiglia i pinnacoli della chiesa, ha nell’animo qualche cosa che espresso in versi significherebbe: