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lo contrario, di scuotere da sè la soverchia timidità. Ci sono pur troppo de’ casi (ed oh fossero rari!) ne’ quali non si può giovare ad uno senza nuocere in qualche guisa ad un altro! Pur troppo i benefizii tutti che possono venirci dalle mani dell’uomo hanno, qual più qual meno, un lato che li rende deplorabili! Ma è dovere di chi ha sortito felicità d’ingegno e dolcezza di cuore il por mente che la ruota, di cui non può ascendere una parte senza che l’opposta si abbassi, porti sul colmo, non chi n’è a caso o con frode salito, ma chi meritamente rimasevi collocato. Poco forse mancherebbe alla felicità comune, se gli operosi e gl’inerti cambiassero fra loro le parti; stessero immobili i piedi che non sanno levarsi senza calcare, e fossero in faccenda le mani che sono inclinate a sorreggere e a sollevare.
II.
DIFFICOLTA’ DI CONOSCERE GLI UOMINI.
Non pochi sono i tartufi; anzi, se crediamo ai misantropi, tutti gli uomini, dal più al meno, vanno macchiati di questa pece. È egli vero per altro che ci manchino al mondo anime ingenue che si rivelino a prima giunta pur quello ch’esse sono, tanto nelle loro buone, quanto nelle loro cattive qualità? Non crediamo che ci siano molti di