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Parlate, eccoci qua, tutti cuore e tutti mano per voi. Dite il somigliante di Aurelio; fino a che ebbe avverso il giudizio de’ sapientoni, che sterpano ogni germoglio di fama, per tema che non ingombri loro il terreno ove intendono di allignare, non ci fu un cane che si ricordasse di Aurelio, o chi ne parlò non altro seppe fuorchè far eco al giudizio de’sapientoni. Ora che la idropica gloria di que’ papassi venne meno tra gli sbadigli, tutti intuonano in coro le lodi di Aurelio, non v’è chi non pronosticasse di lui cose grandi a nativitate. Nelle faccende più gravi del pari che nelle più frivole della vita, troverete sempre questo malaugurato soperchio. Allora piovono i partiti in casa di una onesta fanciulla quando essa ha di già messo il proprio nome sotto una scritta nuziale; basta che un avvocato abbia, o mostri di avere occupate l’ore tutte del suo giorno, perchè veggiate moltiplicarsi i clienti alla sua porta. Onde questo? Molte possono essere le ragioni. La tendenza all’imitazione propria di tutti gli uomini; la proclività del nostro animo ad infiammarsi nel desiderio di quelle cose che più ci sono contrastate; il presumere che ove sono vestigia d’altri uomini ci stia il nostro conto ad avviarci noi pure; tali, e molte altre, che non fa ora d’uopo di tutte annoverare, possono essere le cagioni di questo fatto; a me basta per ora che mi si accordi che questo fatto si vede succedere assai di frequente.