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Qui mi accorgo, e si accorgono meco certamente i lettori tutti coscienziosi, che c’ingolfiamo in un pelago di questioni, e corriamo pericolo di rimanere sviati tra la nebbia delle metafisiche sottigliezze.
Venghiamo senza più ai fatti. Si grida per una parte l’esagerazione essere ciò che vi ha di più opposto alla semplicità e alla naturalezza; per altra parte le nazioni più rozze, e l’età meno adulte doversi avere a modello di quella semplicità e naturalezza tanto desiderate. Ora domando: di ciò a cui date nome di esagerazione vi hanno esempi più solenni e frequenti che nelle rozze nazioni, e nell’età meno adulte? Pensate. Ma voi dite, mi sembra, che ciò ch’è naturale ai popoli rozzi e a’ fanciulli, appunto per quella rozzezza loro e per quella loro bambineria, diventa esagerazione, tolte che siano quelle due condizioni. Con questo mostrate di credere che lo sfregamento sociale operi con pari efficacia su tutti i cuori, e il lavoro del tempo sia uguale per tutti indistintamente. Ed io ho conosciuto taluni ai quali non altro mancava fuorchè il cangiare in una pelle d’orso il pastrano ad essere contemporanei di Nembrotte; ed altri che coll’incanutire delle chiome non avevano saputo perdere la verecondia de’ loro primi anni. Non sarebbe in essi esagerazione, se per esagerazione si deve intendere la soverchianza delle parole rispetto agl’interni pensieri, il tenere linguaggio corri-