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cammino colla moltitudine, discredono alle ricevute impressioni, rinnegano gli affetti originarii del proprio animo, tengono sempre l’occhio rivolto al corso abituale degli avvenimenti, e a quello conformano i proprii pensieri e le proprie azioni, e questa si chiama prudenza; altri, insofferenti del giogo che si vorrebbe imporre al loro intelletto ed al loro cuore, ma non abbastanza coraggiosi e gagliardi per tener fronte alle consuetudini e all’esempio, si ristringono in sė medesimi e cercano nel mondo interiore alcun che da cui vengano compensate le perdite che sono costretti di fare nell’esteriore, e questa si chiama misantropia; altri, per ultimo, quand’anche s’accorgano che il combattere sarà senza vittoria e non altro poter loro fruttare il valore salvo oltraggi e ferite, nulladimeno condotti, o a meglio dire incalzati da una imperiosa necessità, tengono alta la testa, e bandiscono a piena gola le massime che loro sono suggerite dall’intimo couvincimento, e questa con diversi nomi si chiama originalità, bizzarria, genio, arroganza; sempre in ragione del buon successo.

Non mi fermerò adesso ad esaminare con quanta giustizia vengano dispensate queste intitolazioni, e se la prudenza potesse dirsi assai spesso con più ragione vigliaccheria, o la misantropia generoso dispetto; non farò soggetto del mio discorso la quistione se e in quanto la voce pubblica possa influire sulle inclinazioni, quando sieno aperte e