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nore, la forza esuberante nuoce a lungo andare a sé stessa. Domandi di Livio, trovandoti alla riva, e nou ti basta l’occhio a rinvenirlo, tanta è la distanza che corre dalla periferia dell’ultimo cerchio al centro comune; domandi egualmente di Orteusio, ed hai un bel cercarlo prima che ti venga fatto di vederlo, poichè si è aggomitolato in sè stesso, e rappicciolito fino a rimanerne poco meno che impercettibile. Vedi in Livio un continuo ondeggiamento, odi in Ortensio un brontolio interminabile. E tuttavia non vorresti essere amico a quest’ultimo, anzichè al primo? Sì, per lo meno se non sei Livio tu stesso.

XI.

L’ESAGERAZIONE.

Ad ogni idea, ad ogni frase ch’esca alcun poco della periferia delle idee e delle frasi ordinarie, udiamo subito esclamare uomini e donne d’ogni età, d’ogni condizione, d’ogni credenza: esagerazione! Chi ebbe la disgrazia di concepire quell’idea, di pronunziar quella frase, si arretra sbigottito dinnanzi a quel grido della pubblica disapprovazione, e rientra senza più nella sfera ordinaria delle idee e delle frasi adottate dalla comune. Accade allora una grande divisione tra uomini e uomini altri, desiderosi di far