Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/198

170

darsi delle frodi successive, mi dette cagione a pensare, e, dopo aver pensato, a conchiudere essere appunto questo il vero confine da me ricercato tra una virtù ed un vizio, appuntati ambidue nella bontà e dolcezza dell’animo.

Lasciarsi ingannare la prima volta che cosa è alla fine, fuorchè rifuggire coll’animo geutile dal condensare le generali osservazioni che ti vennero fatte in molti individui sopra quell’unico che hai sotto gli occhi? All’incontro lasciarsi ingannare la seconda, non è egli rinnegare l’uso della propria ragione, per cui ti converrebbe conchiudere che quelle generali osservazioni sono benissimo riferite all’individuo con cui hai che fare? Nel primo caso l’astenersi dal credere da una brutta passione, quale si è la diffidenza, passione da lasciarsi ai deboli e ai delinquenti; nel secondo non posso che compiangere il ripudiare che si fa il più bel dono forse a noi conceduto dal cielo, quello cioè di riferire i generali principii alle congiunture particolari, nel che sta alla fine uno de’ principali vantaggi che gli uomini possano ritrarre dal ragionamento. Ben fa dunque chi comincia dal credere a’ suoi fratelli, quando non abbia motivi che gli attraversino questa gentile disposizione del proprio animo, e in ciò mostra buon cuore; male chi continua ciecamente a prestar fede al fratello da cui fu ingannato, palesando con ciò di aver poco sano il cervello.

In una casa fuori di Venezia, nella quale un tem-