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la stessa di quella si mostra nell’uomo; e avrebbe pure il bel soggetto a trattare chi volesse assegnare le differenze di questi due generi di coraggio.

IX.

BUONA FEDE E SPENSIERATEZZA.

Egli è facile il dire in generale altra cosa essere la buona fede, altra la spensieratezza; ma, come si viene a cercar le ragioni per le quali all’una si accorda per universale consentimento il titolo di virtù, all’altra quello di vizio, ecco sorgere difficoltà senza fine, ecco intralciarsi il discorso, e l’animo intento a pronunziare giudizio rimaversene incerto.

Che cosa è, per verità, buona fede? Egli è un trasfondere nella fiducia un poco di credulità; un mescolare a ciò che procede da ragionamento ciò che deriva da semplice pigrizia o inettitudine dell’intelletto; un volere giudicare delle cose secondo ci sono riflettute dalla nostra natura individuale; che più? egli è un credere per solo bisogno di credere, fors’anco per un po’ d’insuffificienza di esaminare e di confrontare. Ma la spensieratezza, a bene guardarla, coincide ancor essa ne’ medesimi termini, o in termini poco da quelli dissomiglianti. Chi voglia attentamente considerare le cose, troverà che il più delle volte la differenza tra buona fede e spensieratezza è segnata non al-