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espressione e di vita. Le mosse di que’ piedi, di quelle braccia, di quel collo, di tutta quella mirabile sua persona, non accusano alcuna necessità di riposo, son anzi li li per tornare alla prova, quando un mostro novello domandasse la forza di quella mano. Ma non minacciano, ma non insultano, ma non braveggiano. La battaglia fu giusta, la vittoria è tranquilla.

Non mi indugierei volentieri a descrivere l’uom temerario che ritorna dalla sua impresa. Senecci ha dato la descrizione dell’uom collerico; di poco diversa sarebbe qucila del temerario quanto a schifosità. La bellezza esteriore, o sensibile delle attitudini viene anche in questo caso, come negli altri tutti, a rappresentare la bellezza interiore o morale di un’azione. Chi abbia il vero sentimento del bello deve conoscere dalla fisonoania, dal gesto, da tutti in somma i movimenti della persona, chi sia coraggioso e chi sia temerario. Vedrete il primo fermo, raccolto, e nello stesso bollore della mischia, per certa tal qual maniera, composto; l’altro lanciarsi, imbizzarrire, scoatorcersi, e, anche dopo terminato lo scoutro, non trovar pace.

Condotto il discorso a questo confine potrà domandarsi se convenga per nulla alle donne un tal argomento. Mi tuttociò che può assumere le forme del bello non è compreso nel loro regno? Anche questa però, come ogni altra dote dell’animo e della persona, esser non deve nella donna