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il ribollimento di quegli amori, o cessi lo spasimo di quelle fibre che la irritarono, può accadere che la codardia più schifosa, la debolezza più abbietta le tengano dietro. Il coraggio per lo contrario, come quello che procede da ragione, e sol da essa è regolato, rimane sempre intero, nè mai si abbassa. Le forze corporali, essendo non più che ministre, insorgono pronte alla sua chiamata, e pronte del pari rimettonsi, cessato il bisogno; e quand’anche rimangano estenuate dall’esercizio, il coraggio, che non è confondibile con la forza per modo alcuno, mantiensi pur sempre lo stesso, e nulla perde della sua digrità e della sua efficacia. La temerità, quando abbia consumato il suo pravo lavoro, si mostra fiacca e prostrata; il coraggio, all’incontro è più nobile e bello, se così possiamo dire, che non si era mostrato da prima.

Simbolo del coraggio noi proponghiamo la statua dell’Apollo trionfatore del serpente Pitone, miracolo delle arti antiche. L’aura della vittoria serpeggiando per tutto il corpo dell’eroe giovinetto non lo gonfia o commove soverchiamente; nulla di trasmodato ne’ contorni delle sue membra, o ne’ lineamenti del suo volto. Noi sappiamo che la dura prova alla quale si è posto è finita più assai da quegli occhi, che ne parlano al cielo come di un dovere adempiuto, che da verun indizio particolare che si manifesti in veruna parte di quel suo corpo, che è pure tanto pieno di