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la quale altro è quello che si dice, altro quello che s’intende. Chi si vergogna di contraddire a principii incommutabili e solennemente promulgali ha ricorso alla frase: per me la penso al tal modo, ci ho qtiesla opinione. Dove sarebbero costretti, adoperando la piena loro vista, di veder cose che loro spiacessero, si contentano di confessarsi infermi degli occhi, e pe’ quali gli oggetti, anzichè essere, non altro possano che parere. Con questa loro pecorina modestia, a non dire volpigna, si fanno avanti intridendo di bava tutti que’ luoghi per dove passano, e tutte quelle persone alle quali si accostano. Hanno ricorso alla medesima antifona certi balordi arroganti, che credono di far apparire tentacoli di antiveggenza i lunghi orecchioni della ignoranza. Se non che chi non ha conosciuto il somaro alle orecchie, il conosce ai calci che tira, e all’ostinazione onde vuole restarne ad ogni costo ove s’è da prima piantato. E si gli uni che gli altri, e tutta la intìnita moltitudine di quelli pe’ quali tanto vale il bianco che il nero, ne vanno assolti, o che sperano, a cagione di non aver altro che opinioni e pareri, del dovere che corre ad ogni uomo di amare il vero appassionatamente e di promoverlo con efficacia. E se il mondo fosse tutto composto di questi cotali, sarebbe non più che cadavere abitato da vermi, cui solo ufficio si è il rodere e lo strisciare.