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e bisogna par confessare che molte volte occorre una grande reltitudine e tranquillità di giudizio a uon cadere in simile errore. Amando noi il coraggio come una delle principali virtù che onorino l’uomo, e non potendo per altra parte non avere la temerità nel debito spregio, ci sentiamo tentati a scrivere qualche cosa su questo proposito.
Il coraggio procede, a parer nostro, da scienza; la temerità da ignoranza. La conoscenza necessaria al coraggio ha due parti, quella del fine cui tende, e dei mezzi opportuni al conseguimento di quel dato fine. La temerità non ha esatta notizia del fine, e tra i mezzi che se le parano innanzi non bada piuttosto a questo che a quello. Il coraggio sceglie tempi, luoghi, ed ogni altro genere di acconcezza; per la temerità ogni tempo, ogni luogo é bastante, nè vi ha cautela onde curi, né avvertenza di cui si giovi. La temerità è semipre repentina; non deve dirsi che il coraggio sia sempre lento. Alcuna volta la sua prontezza avanza quella della temerità stessa; ma ciò accade soltanto date alcune circostanze che rendono necessaria una tale prontezza. Anche quando da rsso si opera prontamente, l’operazion sua nou è senza consiglio, essendosi resa ad esso abituale la riflessione e i principii secondo i quali conforma i proprii atti; anzi costituendo appunto questi principii e questa riflessione la sua natura, può sembrare che da esso si faccia all’impensata ciò