può tornar doloroso, o, non foss’altro, spiacevole ai loro fratelli. E a meglio apprezzare questo difficile e continuo esercizio della beneficenza, che non è meno nobile perchè si palesi con atti minuti e passaggeri, egli è da badare alla misera proclività di certe altre auime che si compiacciono solamente di ciò che è l’altrui male. Ci accade talvolta di vedere alcuni ingegni mirabil mente disposti al frizzo, al sarcasmo, alla parodia, contenersi pel gentile ribrezzo di piagare profondamente, laddove non più vorrebbero che sfiorare la pelle. E chi ha senso di gratitudine pesi un abbassar d’occhi opportunemente, un torcere bravamente il discorso ad altro soggetto, una benigna circolocuzione a redimere un infelice scannato senza misericordia da una parola o da una reticenza maligna. Anzichè industriarci e cercare le ragioni vere o supposte che possono aver indotto altri a farne del bene, di che si raffredda in noi il sentimento della gratitudine e rimane irritata la nostra superbia, diamoci tutti a studiare questi minuti, e quasi diremo inavvertiti benefizii che ci vengono fatti ad ogni ora da chi possiede in grado eminente la celeste virtù della beneficenza. Può avervi occupazione più dolce pel nostro cuore? Ricordiamoci come fummo pazientemente ascoltati anche quando il nostro discorso era estremamente prolisso, e toccava argomenti di poca o nessuna importanza per altri che noi; con quanta ansieta ne fu chiesta ragione d’ogni picciolo nostro tur-