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poter quella starne da sè; e questa, senza più, abbisognare la compagnia della prima. In questa distinzione mi accorgo di avere a contradditori moltissimi, i quali stimano che possa avervi gentilezza anche dove non sia bontà. Ma quando volessero considerare che ogni ornamento aggiunto ad oggetto deforme, anzichè rabbellirlo, lui più sempre abbruttisce, non tarderebbero, credo, a concorrere nel mio parere. Potrebbe derivare questo errore da ciò, che gli uomini in generale più agognano a comparire gentili che buoni? E siccome egli è più facile vestire le fogge esteriori, che inviscerarsi le intime affezioni, così studiansi a tutto potere di mettere in pregio quelle abitudini che stimano sia loro concesso di acquistare più agevolmente, e mirano a liberarle dalla incomoda compagnia di quelle altre che troppo bene si accorgono non potersi senza molta fatica ottenere.

Che che ne sia, o ne possa parere di ciò, egli è certo avervi taluni, i quali posseggono una cotal loro bontà a cui ci accorgiamo tutti mancar qualche cosa; e avervi altri i difetti dei quali ci riescono più ributtanti per una cotal squisitezza nel male in cui sono eccedenti. Quei primi direi che scagliassero i loro doni colla balestra; i secondi che fregassero il loro prossimo a farvi entrare insensibilmente e per tutti i pori il loro pestifero unguento.

E ancora da osservare che, quantunque la bon-