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ma di questa ipocrisia coscienziosa non è ancora bene scoperta la natura, e quindi non se ne fece abbastanza esalta descrizione. Chi si avviserebbe immaginare trovarsi studiata e profonda perversità ove le apparenze indicano trepidazione e riserbo? Chi si penserebbe che il voler intendersela colla propria coscienza sia un voler correre più franco e risoluto alla colpa? Tanto è ciò difficile a immaginare e a pensare da chi non abbia l’anima e la coscienza di Evasio, che Evasio è presso molti in concetto dell’animo più delicato, e della più ritenuta coscienza che dar si possa. Anche queglino stessi, cui tocco di farne l’infelice esperienza si rimasero lung’ora perplessi se fosse vero ciò che pur vedevano e udivano, e se l’intimo sentimento della rettitudine naturale gli consigliasse a dovere nel giudicar che facevano delle azioni di un tal uomo. Oh Evasio! Oh singolare onestà! Ciò che udiamo fanciulletti narrare dalle fantesche ignoranti circa il costume de’ cocodrilli, che piangono dopo essersi fatto pastura della carne dell’uomo, s’attaglierebbe assai bene a significare i pessimi vizij occultati sotto il manto di una singolare onestà!