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non odia un tale perchè sia odiabile, ma sel fa odiabile volendolo odiare; non corre intrepido all’assassinio come a propria difesa, ma, deliberato di assassinare, grida prima all’assassino.

Vorrei che si notasse questa singolare maniera di giudicare le proprie azioni, che potrà forse parere di poco rilievo, ma che stimo in sostanza sia atta a darci la chiave delle innumerabili contraddizioni che veggiamo negli uomini. Quanti sono, i quali ponendosi a discutere non mettano già per immutabile quel principio intorno a cui si rigira appunto la controversia? Quanti che, mostrando di voler cercare un nobile fine alle loro azioni, altro facciano che cercarela via più sollecita di giugnere a quel dato fine che si sono anticipatamente proposto? Ecco qui sempre in campo l’onestà singolare di Evasio. Il vocabolo singolare ha in questo caso grandissima forza, e comprende in sè la quintessenza dell’individualità, in quanto essa può avere di condannabile, ossia la più brutta feccia dell’egoismo.

Poco pericolo, dirà forse taluno, ci ha in questo, stanteche la singolare onestà di Evasio si farà facilmente palese, e tutti potranno guardarsene. Mai no. E questa una specie d’ipocrisia raffinata che può far girare il cervello anche de’ meglio accorti. Della ipocrisia comunale sonosi fatte oggimai tante descrizioni, che a chi non sa riconoscerla possiamo dire: suo danno;