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conchiudere che il nostro Evasio è un nomo onesto, e diremo anche di una onestà singolare. Ottimo figlio, ottimo fratello, ottimo marito, ottimo amico, ottimo cittadino; non c’è in somma grado di umana eccellenza in fatto di onestà cui non possa e non voglia raggiugnere, specialmente dacché si mise in accordo colla propria coscienza. Oltre al resto è dotato di una mansuetudine senza pari. Dato che qualcuno mova dubbii intorno l’onestà delle sue intenzioni, lungi dall’adirarsi, od estendersi in lunghe apologie di sé stesso, si contenta di rispondere tranquillissimamente ho fatto tutto ciò secondo coscienza, a ciò la inia coscienza mi ha consigliato. Mente, dicono alcuni, sempre già s’intende i maligni più volte ricordati; è un ipocrita matricolato; altro è quello che sente, altro quello che dice; Molière ne avrebbe avuto un eccellente modello pel suo Tartufo. Noi all’incontro protestiamo, attesa l’intima conoscenza in cui siamo d’Evasio, ch’egli non è ipocrita in modo alcuno.

Chi per altro ne interrogasse se vorremmo soscrivere a quanto si fa e si dice da questo uomo onesto, ne avrebbe da noi in risposta, che, ben Jungi dall’approvare, ci fa nausea e ribrezzo ciò tutto ch’egli fa e ch’egli dice. Ne padri vorremino avere un tal figlio, nè un tal fratello fratelli, piuttosto compassione che invidia portiamo a chi gli è moglie, meglio non averlo mai conosciuto ch’essergli amico, e beata quella città che non