Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
156 |
(ma sono i maligni) che le donne talvolta compongono a se medesime la propria bellezza. E perchè non potrò, disse Evasio, comporre a me stesso la mia onestà? Da indi Evasio si è trovato in perfettissimo accordo colla propria coscienza, nulla opera che non sia secondo coscienza, vorrebbe far a meno del pane che lo nutrisce e della terra che lo sostenta, anziché della propria coscienza. Ricomponendo la propria coscienza, Evasio ha trovato il mezzo facile e certo di vivere onestamente.
Non manca per verità chi l’accusi di essere quello stesso furfante, che correva voce ch’ei fosse avanti di formar patti inviolabili colla propria coscienza; ma giova credere che sia una qualche lingua maledica, una di quelle lingue che vorrebbero indur sospetti circa l’artifiziale bellezza di certe signore, e la gloria artifiziale di certi scrittori. Siffatte genti non hanno fede veruna nella ingenuità del loro prossimo: la loro incredulità è veramente deplorabile! Potrà essere che il nostro Evasio a’ tempi passati fosse spruzzato d’un poco di quel sudiciume, che la fretta dello scrivere mi fa chiamare bricconeria; ma che rimorsi non provava il pover’uomo ad ogni azione, ad ogni idea meno che onesta a cui fosse corso? La coscienza di Evasio fu sempre una coscienza dilicatissima; non è quindi a stupire se da essa appunto gli venne la sua salute.
Lasciando gracchiare chi ne ha voglia, è forza