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spiritosa malignità. Buon per esso che la meta a cui tende un tale amor proprio è fuori degli occhi della moltitudine; altrimenti non si rimarrebbe nascosto, e non verrebbe scambiato per modestia, come molte volte succede.

Rassegnazione mirabile del sig. Alberto! Anche questo genere di lode non mi convien punto. Che merito è rassegnarsi a quelle disgrazie che non toccano affatto, e vengono compensate da intime soddisfazioni dell’anima e dell’intelletto? Che direste di un sordo il quale si rassegnasse a rimanersene a casa, mentre altri se ne va ad ascoltare una bravissima cantatrice? Presso a poco anch’io mi rassegno alla privazione di molte e molte cose il cui possedimento non mi frutterebbe veruna gioia. La mia fortuna sta in questo, di aver sortito da natura una specie di gusti molto diversi dalla comune, e per conseguenza di non poter essere accompagnato dalla volgare censura nelle inquietudini in cui mi travaglio per contentarli. Oh se vedeste questo signor rassegnato com’è impaziente e stizzoso quando gli va di traverso alcune di quelle cose nelle quali ha posto il suo desiderio! Se vedeste che alzar d’occhi al cielo, che batter del piede per terra, che aggirarsi irrequieto per la stanza, o lungo la strada, o per qual altro sia il luogo ov’egli si trova, quando gli sia contraddetta, o tardata alcuna di quelle promesse che fatte gli avea la speranza?