Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/151


139

ri, diventarono alteri e disumani al passare che fecero tra i fortunati. Un antico proverbio dice che la gioia può uccidere, ma il dolore, per grande che sia, lascia in vita. Si sa de’ condannati a morte che dormono la notte che precede l’esecuzione della sentenza, e d’Anacreonte che, trovata una somma di danaro, perdette il sonno e la pace.

Onde però tutto questo? Se ne avrebbe a conchiudere che l’uomo fosse nato al dolore? Che fosse quindi per propria natura più atto a sostenere le scosse degli avvenimenti sinistri, di quello sia le contrarie? Il dedurre da esami particolari conclusioni generali non è mai senza pericolo. Non dee farne a ogni modo arrossire dell’esser nostro il pensare, che la fortuna per poterci vincere ha bisogno di piaggiarne, anzichè di combatterne; che nell’animo nostro abbiamo forza bastante da tener fronte alle battiture sue più crudeli; e che l’acquisto di molti beni non compensa assai volte le perdute dolcezze della speranza.