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In secondo luogo, a chi si trova improvvisamente abbassato, rimane pur sempre la speranza. E per verità quanto maggiore ed inopinato fu il suo trabalzo, tanto quella speranza, per certo rispetto, si fa più ragionevole, non essendo mai stato detto che la ruota degli avvenimenti abbia a star ferma, ed essendo assai raro il caso che la sorte di un tale sia stata così rigorosamente circoscritta da non esservi luogo per l’immaginazione di scappar fuori da qualche parte. Chi al contrario è balzato ad estrema altezza, non ha più la speranza, e gli conviene rendersi col tempo famigliare il suo nuovo stato, prima di fabbricarsela a questo corrispondente. E però dove nel primo caso abbiamo una grande attività e occupazione della mente, nell’altra abbiamo soltanto sbalordimento e totale dispersione di facoltà intellettuali.

Ben si vede che il nostro discorso ha riguardo ai primi momenti in cui l’uomo si trova, come a dire, soprappreso dall’insolitezza delle cose che lo circondano, e della vita che gli si mette dinnanzi: passati questi primi momenti, saremmo tentati di dire che pari bravura ci voglia a comportare degnamente la prospera che la nemica fortuna. E tuttavia vorremmo domandare quale sia il maggior numero, se di coloro a cui le sventure non avviliscono l’animo, dato che l’avessero generoso quando erano in fiore; o di quelli, che, modesti ed affettuosi tanto che erano tra gli oscu-