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medico per averne consiglio? Davvero che assai di sovente mi è tocco di udire pronunziate queste medesime frasi sopra argomenti non punto dissomiglianti da quelli fino a qui riferiti.

Se la fortuna (che ha voluto fare di me uno scombircheratore di articoli, quando pure mi abbia fatto da tanto) mi avesse assegnato il possedimento di un campo fecondo di messe migliore che non sono le grame parole, sarebbemi piaciuto proporre uà premio non piccolo alla soluzione del problema seguente: prescrivere, per quanto è possibile all’umano discorso, i confini oltre a’ quali è colpa, o stoltezza, o viltà il contentarsi della propria opinione. E dico anche viltà, perchè molli per sola viltà si rimangono dal porsi su quel cammino che senza più gli condurrebbe alla scoperta del vero. Fra tante operette d’inutile o sofistica metaHsica che vanno attorno, non sarebbe desiderabile la pubblicazione di un’operetta siffatta? O non avrebbe forse lettori come soverchia? E a me sembra che potrebbe servire niente meno che di principale e solido fondamento a tutta la morale in anima e in corpo: tanto sarebbe il dire: intorno a questo o quell’altro principio non può avervi opinione, quanto dire: questo o quest’altro principio è fondato sopra le regole eterne della verità e della giustizia, e da esse può dedursi per via di seguila induzione, piana ed aperta a tutte le intelligenze.

Non vorrei per questo mi si credesse parti-