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sia che le altrui. Forse che inoltrandomi nella trattazione di questo argomento mi avvenga eziandio di suggerire un qualche consiglio non del tutto soverchio.

In generale, e come per esordio a quanto diremo successivamente, egli è da stabilire la verità irrepugnabile di quell’antico adagio filosofico: nulla farsi in natura per salto; adagio che ho voluto riferire in tutta la sua nativa rozzezza, perchè molte volte la ruggine stessa, nell’opinione almeno di molti, è argomento di riverenza. Non è nostro ufficio di metterci a dimostrar vero l’antichissimo adagio’ rispetto ai fenomeni fisici; bensi riferendoci ai morali, intorno ai quali si aggirano questi nostri ragionamenti, diremo non perdere esso punto della sua forza, e potersi, anche da questo lato, sempre e da ognuno trovar degnissimo di quella venerazione in cui fu tenuto e si tiene da tutte le scuole. Quelli che al solo nome di ragion sufficiente torcono il naso, o sbadigliano, non impauriscano punto alle nostre premesse; che il nostro discorso, sebbene in apparenza cammini rasentando quel famoso principio, fecondo di tante discussioni e di tante ipotesi, non anderà a concorrere in esso che breve tratto.

S’egli è vero che anche negli argomenti morali nulla si faccia in natura per salto, se questa massima può essere appropriata a tutte le azioni degli uomini, ciò che si potrebbe ancora di-