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bracciati al dolore assai strettamente. Non sarà picciolo il nostro guadagno; il dolore è pur vita. Chi dicesse, una vita tribolata non esser punto desiderabile, risponderemo, l’annoiarsi non essere nemmeno morire. Posti fra il letamaio di Giobbe, e la porpora di Salomone, łasceremmo l’alabastro ridondante d’unguenti del voluttuoso monarca, pel ciocco sprezzato dell’Idumeo. Dopo il dolore c’è la speranza, ma dopo la noia?... Neppure la rassegnazione.


X.

ABITUDINE E MARAVIGLIA.

Due opposti principij, che nell’animo umano tengono grandissimo impero, sono l’abitudine e la maraviglia. Per la prima si conduce l’uomo a trovar bello, e per conseguenza applaudire ciò ancora di cui senza alcune antecedenti circostanze sarebbesi appena accorto; la seconda, a voler rimanere potentemente eccitata, domanda per condizione principalissima la novità. Per l’abitudine ama l’uomo da giovane ciò che cominciò ad amare da fanciullo, adulto si trova inavvertitamente affezionato a ciò di cui fu contenta la giovinezza, la vecchiaia il conferma nelle voglie e nei piaceri della presente sua vita. L’abitudine gli è chiave a spiegare i misteri della simpatia, rende pronte ed uniformi le sue con-