poco meno che principale. Rassoda l’intelletto ed il cuore di chi la possiede. Chi all’opposto va sempre a balzi, ed oggi indossa il sacco del penitente, domani le ricche vesti del sibarita, diverrà, quando ancora non voglia, diffidente delle proprie intenzioni per modo da non arrischiarsi di condurre ad atto cosa nessuna. Non vi ha condizione più infelice di quella dell’uomo costretto a non prestare più fede a se medesimo. Il sospetto, schifosissima fra le malattie dell’anima, diventa mortale quando è giunto a ritorcersi sopra sè stesso. E così accade di chi troppo facilmente cangia d’avviso, e facendo alla propria coscienza questa interrogazione: chi sono? non sa che rispondere. Non dirò, com’altri, che la coerenza renda rispettabile anche la colpa; questo è trascorrere oltre il termine d’ogni ragione: dirò che la perseveranza è per sè alcun che di decoroso, che aggiugne nobiltà ed importanza ai coucetti e alle azioni degli uomini.