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tera a cui mai non fu posto il cocuzzolo. Il nuovo Nembrotte non ha saputo trovare la parola che potesse essere intesa da tutti, e le diverse favelle interruppero l’unità del lavoro. Il cemento per esso adoprato non ebbe virtù di congiugnere: altra è l’arte del cacciatore, altra dell’architetto! E fu pur grande lezione, e degna che ogni uomo ne faccia specchio a sè stesso. Nembrotti presso che tutti, badiamo a non metter mattoni sopra mattoni, senza prima aver bene certato di gettar fondamenta profonde e robuste. La giustizia sia base d’ogni nostro lavoro, e facciamo gran caso della nostra concordia. Ove manchino queste due condizioni, ivi senz’altro è Babele.

Riferendo il discorso più particolarmente agli studij, è assai contraria alla verità l’opinione di alcuni i quali deridono la pertinacia con cui altri si tiene sempre dietro al proprio concetto e lo esplora, se così posso dire, col ferro e col fuoco in tutte le parti. Si crede che là dove si trova lima e fatica non possa avervi genio ed inspirazione. L’errore, a quello che io penso, deriva dall’attribuire alla parola fatica un significato che non le è conveniente. L’aquila affatica l’ali a volare, e il giumento la schiena e portar sacchi al mulino. E per questo? Non tutti faticano a un modo. Anche la Sibilla, quando il Dio le parlava, ed ella scontorcevasi tutta e ruggiva nel suo delirio, tollerava molto duro travaglio: ed