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egli fa, e che fatta non avrebbe senza il precedente lavoro dell’intelletto, non gli è cagione a continuare nell’esercizio di questo? Noi veggiamo le ruote di un mulino che si turbinano incessantemente intorno a quel perno in cui sono commesse, ma egli è l’acqua che le fa andare sgorgando precipitosa e sonora, e versandosi senza posa. Ora è il pensiero regolatore d’ogni nostro atto, e ogni nostro atto alimenta l’attività del pensiero; a quella guisa appunto che le ruote anzidette, mosse dall’acqua, nel loro turbinarsi continuo rispingono l’acqua all’insù, e dando ad essa un’altra spezie d’impulso, ne fanno alzare gli sprazzi tutto all’intorno.
Chi sapesse formarsi un giusto concetto del presente, scompagnato dal passato e dell’avvenire, nulla gli mancherebbe ad intendere l’eternità. E però chi volle parlare della mente eterna con molta chiarezza e sublimità ebbe a dire esser quella
A cui tutti li tempi son presenti.
Il qual concetto e la qual frase non sarebbero interpretati a dovere da chi prendesse la parola presente soltanto per attributo di cosa che sta d’ innanzi, che si ha sotto gli occhi, ciocchè potrebbe dirsi anche del savio nel cui presente si comprendono le lezioni dell’esperienza, e le conseguenze presumibili nell’avvenire. Veggano adesso con quanta cognizione della nostra natura discor-