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IV.


Che s’io te miro, o luna, e gl’immortali
     Cieli della tua face illuminati,
     Là forse or volge gli occhi innamorati,
     4Io tra me dico, e tregua hanno i miei mali.

E guardo immoto e gemo. Oh desir frali!
     Come a fuggir son presti i dì bëati!
     Tal ti mirava io seco, e le mortali
     8Mie piaghe, e l’ira in me tacea de’ fati.

O di cari pensieri allettatrice,
     Amo la luce tua limpida e pura,
     11E t’amerò, se amar pur anco lice,

Quando, cessato il pianto e la päura
     E la speme e il desio, d’un infelice
     14Rischiarerai la fredda sepoltura.