Oh una volta ancora ascolti
Il rombar della bufera,
E tra i larici più folti,
Che dal sol mi fur visiera,
Una volta possa ancora 90Respirar prima ch’io mora!
Ch’altro mai fu il viver mio,
Tranne incomodi e perigli?
Di ciò vuol che paghi il fio
Questa frotta di conigli,
Cui lo Stato assiduo pensa 96A fornir di letto e mensa.
Rozzo cibo a cucinarmi
Sotto il tetto parocchiale
M’era forza ripararmi,
Accattando il foco e il sale,
E guardar che a tradimento 102Non venisse alcun là drento.
Dove più s’inaspra il monte
E la neve eterna siede
Letto avea la stanca fronte,
Visto in pria, che del mio piede
Dubbia ognor fosse la traccia 108A chi davami la caccia.
Furon questi gli error miei....
Ma un’antica vi si unisce