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     Annina l’ingrato
     224Vestigio ha con sè.

VI.

Il palagio a tumulto è levato.
     Tradimento! Il padrone strozzato
     Tra guanciali, irto il crin, nero il volto,
     È tuttora col collo ravvolto
     229Nella fascia del moro sleal. —

Quell’iniquo s’insegua, si prenda,
     S’incateni, ma nullo l’offenda.
     Il processo, e il gastigo, che sia
     Specchio agli altri dell’empia genia,
     234È dovuto al maggior tribunal. —

D’uno in altro trapassan tai grida,
     È già in ceppi la man parricida.
     Una gondola già l’ha condotto
     In Vinegia nel cupo ridotto
     239Dove al sol dato il varco non è.

De’ suoi giudici tratto in presenza.
     Sclama: Or via, proferite sentenza.
     Reo m’accuso, non cerco difesa;
     L’avrei pur, ma da voi non intesa.
     244Quel ch’io a lui, faccia un altro con me.

— Consiglier non avesti o compagno?
     Qual dal fatto speravi guadagno?