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Di questi tuoi detti
200Potriati doler. —
Che? Insulti? — E già, torbido
La mente di sdegno,
A vile minaccia
204Solleva la man.
Annina dall’impeto,
Ch’è senza ritegno,
Ritorce la faccia,
208E fugge lontan.
Nel correre incespica,
E l’altro, veggendo
A tal la gentile,
212Acchetasi alfin.
In casa ricovrano:
Se non che, cadendo,
La donna un monile
216Perde nel giardin.
D’ancelle il sollecito
Ritorno non vale,
L’arnese pregiato
220Più visto non è.
Così dell’ingiuria
Dell’uomo brutale