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Dal tuo verone sul mar sporgente
     134Se talor guati l’onda fuggente,

Nascosto abbasso dal margo io miro
     136L’ombra del caro volto, e sospiro.

E oh! quante volte, vista ritrarti,
     138Tuffarmi volli per abbracciarti,

E fra quell’acque qualche conforto
     140Trovar al cruccio che dentro porto.

Oh! se sapessi tetri, gelosi
     142Pensier ch’io covo mentre riposi;

E penso all’uomo, che a te da lato
     144Dormir ti sente, spira il tuo fiato.

Ahi l’uom crudele! Da presso ognora
     146Mi vuole al foco ch’arde e divora,

Ch’io senta struggermi le vene e l’ossa
     148Perchè tranquillo viver ei possa.

Crudo! ma guai, guai se sormonta
     150L’odio, e col lieto fasto s’affronta!

Potrei mostrargli con questa mano
     152Come non s’ama, nè s’odia invano.