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D’una chiave che scorra richiede;
E se nulla trovato gli vien,
88Più infelice e tradito si tien.
D’un devoto ministro al consiglio
Pur talvolta sommessa ricorse;
Le fer velo le lagrime al ciglio,
Di parlar lungamente ste in forse:
Quando alfin singhiozzando parlò,
94Scusò gli altri e sè stessa accusò.
E del pio consiglier la risposta!
Pazïenza, si fu, pazïenza;
Dall’altar non tenersi discosta,
Elemosina, prece, astinenza:
Qui non ha che cimenti virtù,
100La ghirlanda apprestata è lassù.
IV.
Stizzita alquanto proruppe un giorno:
102Che vuol quel Moro che ho sempre intorno?
Forse che starmi così da presso
104Dal mio signore gli fu commesso?
Vergogna! sempre cacciarmi innante,
106Pien di sospetto, quel vil sembiante. —
E sì dicendo, la prima volta
108Del gentil sangue l’impeto ascolta.