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     Ha seco invece chi assiduo esplora
     40Tutti i suoi moti, fino ai pensier.

Incubo, o quale più grave pondo
     Da mente umana s’immaginò,
     A quell’incarco riman secondo
     44Che sull’ingenuo cor s’aggravò.

Se un roseo sogno l’alma disvia
     Dal noto calle de’ suoi sospir,
     Un bieco sguardo trova per via
     48Che la rispinge nel suo martir.

A rota pari che mai non cessa
     Intorno al perno di circolar,
     Quell’aspra doglia sopra sè stessa
     52Gira, rigira senza posar.

Passi la luna per le sue sale,
     Crosci la pioggia nel suo cortil,
     Mestizia in volto le siede uguale,
     56Ha vita e noia sempre simil.

Musica dolce per lei non suona,
     Freschezza il vespro per lei non ha,
     Non può di fiori farsi corona,
     60Langue ignorata la sua beltà.

Che giova il sole, che allegra il mondo,
     A chi di nebbia ricinto ha il cor?