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Ahi la nebbia per l’aure vagante
     Non mi turbi quest’ora d’amor!
     Non mi mostri un antico sembiante
     Trasmodato d’affanno e livor.

60Tu non sai, padre mio, le querele
     Che mi costa il doverti lasciar;
     Padre mio, non chiamarmi crudele,
     M’è destino altra terra cercar.

Tra le pompe di splendida cuna
     65Furo al pianto educati i miei dì;
     Oggi solo, mutando fortuna,
     Alla gioia il mio petto s’aprì.

Mi son odio le nozze reali
     Che in silenzio apprestate m’hai tu;
     70Il mio caro non soffre rivali,
     L’amai primo, a me l’unico ei fu.

Addio, patria! Di pianger non cesso,
     Ma le lagrime asciuga il mio ben:
     Il mio core è dai palpiti oppresso,
     75Ma il mio fido mi chiude al suo sen.

O Vinegia, se dura memoria
     Di costei che la patria lasciò,
     Agli amanti fia lugubre storia,
     E il sospiro de’ posteri avrò.