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E alle tue chiuse battere
Finestre la mattina.
Dicendo: amor mio, destati;
35Vigile e teco io son!
Tutta la notte in gemiti
Passai da te divisa;
Fioca ho la voce e languida,
Perchè nel duol conquisa;
40Amami, o caro, e limpida
E piena tornerà.
Ahi! delirando perdesi
L’afflitta anima mia:
Nacqui a cordoglio assiduo,
45E allor cessato ei fia
Che il gelido silenzio
Dei morti mi terrà.
II.
No, la gioia che l’alma m’invade
Non più sogno, o delirio non è:
50V’abbandono, o paterne contrade,
Ma il mio caro ne viene con me.
Fuggi, fuggi, barchetta veloce,
Ch’oltre l’acque mi devi rapir;
E tu, caro, solleva la voce,
55Ch’io non oda il paterno sospir.