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O dotto profeta,
Perch’oggi al convito
115Non siedi, che invito
Arnoldo ten fa?
Ventura più lieta
Verresti cantando,
La festa mirando
120Che intorno mi sta. —
Ciò detto la tazza
In mano prendea
— E viva, dicea,
Il dotto indovin! —
125— E viva! — schiamazza
La turba gioconda,
Cui fa invereconda
Lo strepito e il vin.
Ma l’ospite strano,
130Che rigido e muto
Non rese saluto
Nè cibo gustò,
Porgendo la mano
Com’uom che minaccia,
135Mutatosi in faccia,
In piè si levò.