E, mentre aspetta, ai zeffiri
Le sue speranze affida;
E intuona un mesto cantico,
Già tempo appreso: Oh! guida
175L’agil barchetto a me.
A me, che sulla gelida
Finestra appoggio il seno,
Gli astri spïando e l’etere,
Che, lucido e sereno,
180Men bello è assai di te.
Vieni! e la piuma candida,
Che ondeggia mollemente
Del tuo turbante al vertice,
Il palpito frequente
185Imiti del mio sen.
Vieni! e al tuo fianco il lucido
Acciar sospeso splenda...
E qui s’arresta, ed avida
Sembra l’orecchio intenda,
190S’altri risponde o vien.
Ed io, cui ragion tolsero
Ira e vergogna stolta,
Salgo alla torre. Immemore
Stava ella, al ciel rivolta
195In tutta sua beltà.