— Povero schiavo! Storia
D’immenso lutto udrai.
Io primo io terra, io l’arbitro
Dell’Orïente, amai:
125Empio l’amor mi fe!
Come la luce, amabile
Eri, Zoraide mia!
Non è la rosa persica,
O il giglio di Soria
130Gentile al par di te.
De’ zeffiri delizia
Nere spandea le chiome,
Scorrea sull’erbe tenere
Senza piegarle, come
135Sull’acque l’alcïon.
Al cherubino simile
Nel riso e nel saluto,
Lontano in notte placida
Concento di liuto
140Fu di sua voce il suon.
Ed io l’uccisi! Tenero
Schiavo, tu piangi, e danni
Il tuo signor? Non entrano
In petto uman gli affanni
145Del mio geloso cor.