Fu Dio con lui; quel Dio
Che ai labbri tuoi consente
Di latte e mele un rio,
Che poi si fa torrente,
Strazio di ponti e d’argini 42Posti a ritegno invan.
Deh! a lungo il santo duri
Terror di quegli accenti
E in belle opre maturi;
Tal che sull’arco allenti,
Presto a scoccar le folgori, 48Dio la sdegnata man.
Fra spessi nembi e cupi
Teso il grand’arco appare,
Treman l’eccelse rupi,
Manda lamenti il mare,
E l’uom, sol egli, immobile 54In sua nequizia sta.
Dall’indiche contrade
Move una furia intanto,
Che l’egre salme invade,
E lunga orma di pianto
Segna col piè mortifero 60Per ville e per città.