Tergi, o bella, la lagrima casta,
Di festive ghirlande t’adorna;
Il tuo fido dall’Asia ritorna,
88Liberata la santa città.
Ma l’antica ferocia or condanna,
E di mite l’età si dà vanto;
Più subietto dell’epico canto
92Or la sacra congiura non è.
Pur amore le vergini affanna,
E si mesce alle danze furtivo;
Pur di gloria e di morte cattivo
96Non discorda mai l’uomo da sé.
Tra le angosce, onde afflitto si lagna,
Varca l’uom questa flebile valle;
La speranza l’incalza alle spalle,
100Lo ributta di fronte il timor.
E la cetra de’ casi compagna,
Onde all’uomo s’intreccia la vita,
Le dubbiezze dell’alma smarrita
104Sperde o tempra con vario tenor.
Ma fra strane antichissime genti
Chi materia di carmi rintraccia,
Fumo, nebbia, fantasime abbraccia,
108E ludibrio alle genti si fa.