Fino dal nascer mio questa portai
Nel sen profondo armonica virtù;
Ma finch’io non ti vidi e non t’amai 20Muta giacque, e a me stesso ignota fu,
Ovver discorde e sol rotto concento
Fino a quel dì l’ignara alma mandò,
Come di nota avvien spinta dal vento, 24Ch’or sì l’orecchio ne percote, or no.
L’aure e gli astri innocente eran trastullo
E i campi e i rivi all’inesperta età
Ciò tutto che disgiunto amai fanciullo, 28Or amo accolto nella tua beltà!
Appena il primo tuo riso m’apparse,
Come il primo tuo detto mi ferì,
In un suon s’adunar le note sparse, 32Che il tuo nome compose e il proferì.
Di quel nome sì caro a che non posso
Questo, figlio del core, inno allegrar?
Come all’udirlo ne saria commosso 36Ogni spirto che in terra atto è ad amar!
Pur, sotto il verso che lo cela, alcuna
Luce tramanda a far lieti i pensier;
Come, sebben velata, estiva luna 40Si lascia tra le nubi anco veder.