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XXIV.
Perchè fitto nell’alma immobilmente
La state e il verno, il dì porti e la sera
Sempre un pensier, ch’ogni tuo ben presente
4Colle tetre ombre del passato annera?
Chi’l dice, ohimè! non sa come la mente,
Chiusa nel duol che la possiede intera,
Il varco ad altri oggetti non consente
8Che di fuor stanno, e lascian lei qual era.
Trovi piacevol calle all’orma errante
Altri, e sereni co’ pensieri il viso,
11Tra fresche acque sonanti e verdi rami.
Meco vive il dolor, segue costante
Ogni mio passo, volge in pianto il riso,
14E tranne il pianto fa ch’altro non ami.