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XIX.


<poem> Teco potuto avrei queste noiose

    Ore sedur, che lente a morte vanno
    Ahi chi gli occhi e il gentil riso m’ascose
    4Finchè fosse il vederli estremo affanno?

Indarno voluttà delle sue rose

    M’offre ghirlanda a ristorar tal danno,
    E gloria pel sentier delle famose
    8Opre m’instiga a far al tempo inganno.

Ogni piacer come da fonte viva

    Da te mi sgorga, e quanta il cor m’accende
    11Bella fiamma d’onor da te deriva.

Ma il passato non torna! E ben l’intende

    L’alma, che, stanca e di speranze priva,
    14Segue una vita che non ha vicende.

</poem