Pagina:Prose e poesie (Carrer) II.djvu/104


(102)

XII.


Finchè l’avverso tuo fato ti prema,
     E a te di pianto in pianto errar prescriva,
     Chi sa del mondo in qual mai parte estrema
     4Trarrò l’orma solinga e fuggitiva?

Ma tu meco verrai, cura suprema;
     Nè la memoria in te sarà men viva
     Del nostro amor, fra il duol nato e la tema,
     8All’età più innocente e più festiva.

Poi quando, tolta al secolo tiranno,
     Che de’ vestigii tuoi non era degno,
     11Il dì eterno i tuoi cari occhi vedranno,

Imparerai come sia breve il regno
     De’ rei mondani, ed utile l’affanno,
     14Ond’io soffrire ed aspettar t’insegno.